NUOVI ASPETTI DELLA TOPOGRAFIA DELL'ANTICO CAMPO MARZIO DI ROMA

CIECO FLAMINIO Ο TEATBO DI Β ALBO?

PAE

Giuseppe Marchetti Lonœhi

L'occasione, meglio potremmo dire, la necessità di questo articolo, vero ritorno di fiamma di un'attività, che si viene naturalmente esaurendo, è quella di poter discutere obbiettivamente « in campo neutro », qual ci viene gentilmente concesso, non su la possibilità che non neghiamo ma su la conclamata assoluta certezza delle numerose « scoperte », come sono definite, che, da qualche tempo, si vanno compiendo sul tanto incerto e discusso argomento dell'assetto topografico dell'antico Campo Marzio di Roma.

Quella necessità è data dal non poterci noi, sotto molteplici aspetti, estraniare dalle varie opinioni, riguardanti: non solo la disciplina specifica, la Topografia di Roma antica e medioevale, che è stata, non l'unico, ma il principale oggetto dei nostri studi quali seguaci, a nostro onore, di Rodolfo Lanciani, ma il particolare settore di essa, relativo al Campo Marzio, comprendente la zona di questo detta Circo Flaminio.

Lo studio di questo monumento, e, conseguentemente, della zona adiacente, fu il primo cimento affidatoci dall'Illustre Maestro, che ci portò alla ricognizione scientifica di tutta la zona, che fu poi presupposto, a molti anni di distanza, dell'incarico datoci, nel 1926, dal Governatorato di Roma, di controllare, sotto l'aspetto archeologico, le demolizioni e gli scavi determinati dal progetto di nuovo assetto edilizio, per la prosecuzione e sbocco diretto della Via Arenula sul Corso Vittorio, assetto che portò alla totale scoperta del gruppo templare dell'Area Sacra del Largo Argentina, solo, in piccola parte, già noto1.