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I margini dell’opera nei libri di poesia: Strategie e convenzioni dedicatorie nel Petrarchismo italiano

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Abstract

Legato a un progetto di ricerca sulle dediche a stampa nella tradizione italiana attivo presso l’Istituto di Italianistica di Basilea (www.margini.unibas.ch), questo intervento si applica alle dediche dei libri di poesia nel Petrarchismo italiano, esaminate su un campionario di opere di diversa provenienza e stampate nei principali centri tipografici della penisola. Queste scritture liminari, ancora poco indagate nonostante il crescente interesse degli ultimi anni, forniscono indicazioni rilevanti sull’opera e sulla sofisticata interazione tra le sue diverse parti. In precario equilibrio tra scritto pubblico e confessione privata, si configurano come testi nel senso più forte del termine: da recuperare alla tradizione letteraria e da studiare nella loro codificata e pur variabile tipologia. Il Cinquecento appare un momento di particolare interesse per una ricerca su questo genere testuale, strettamente implicato, sia con la struttura dell’opera sia con la confezione materiale del manufatto librario.

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Notes

  1. Cfr. I margini del libro. Indagine teorica e storica sui testi di dedica (www.margini.unibas.ch), iniziato nel 2002 e diretto da chi scrive, dal 2002 al 2006 finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero della Ricerca scientifica. Per la presentazione di questo progetto si veda M. A. Terzoli, «L’Archivio informatico della dedica italiana (AIDI)», in Bollettino di italianistica, iii, 2006, 1, pp. 158–170; e Ead. – S. Garau, «Ein Archiv für Widmungen», in Uni Nova. Wissenschaftsmagazin der Universität Basel, 109, Juli 2008, Informatik, pp. 30–31 (ora riprodotti in facsimile digitale in Margini, 3, 2009: http://www.margini.unibas.ch/web/rivista/numero_3/biblioteca/articolo1/bollettino.html e http://www.margini.unibas.ch/web/rivista/numero_3/biblioteca/articolo2/uninova.html). Per la definizione di «paratesto» si veda G. Genette, Seuils, Paris, Seuil, 1987, passim. Un’ampia bibliografia sulle dediche, progressivamente aggiornata, è consultabile on line nella sezione Bibliografia della Home Page appena citata.

  2. Dopo gli studi sulle dediche francesi tra fine Cinquecento e primo Settecento di W. Leiner, Der Widmungsbrief in der französischen Literatur (15801715), Heidelberg, Winter, 1965, e le indagini di area tedesca negli anni Settanta (su cui cfr. H. Fricke – D. Wetterwald, «Dédicace et paratextes: l’école de Goettingen. Rapport de recherche», in Margini, 2, 2008, www.margini.unibas.ch/web/it/content/journal_ausgaben.html), e dopo l’ormai classico Seuils di Genette (1987), la pratica dedicatoria è stata al centro di varie ricerche anche in ambito italiano. Negli anni Novanta è stata indagata da M. Paoli, «L’autore e l’editoria italiana del Settecento. Parte seconda: Un efficace strumento di autofinanziamento: la dedica», in Rara volumina, I, 1996, pp. 71–102 (poi compreso in Id., L’appannato specchio. L’autore e l’editoria italiana nel Settecento, Pisa, Pacini Fazzi, 2004; ora riproposto in Margini, 2, 2008, sezione Biblioteca). Tipologia e mutamenti della dedica tra Antico Regime e Rivoluzione sono stati studiati da chi scrive in «I testi di dedica tra secondo Settecento e primo Ottocento: metamorfosi di un genere», in Dénouement des Lumières et invention romantique, Actes du Colloque de Genève, 24–25 novembre 2000, Réunis par G. Bardazzi et A. Grosrichard, Genève, Droz, 2003, pp. 161–192 (riproposto anch’esso in Margini, 1, 2007, sezione Biblioteca). Il progetto di ricerca basileese ha tentato anche una prima, parzialissima storia della dedica per assaggi esemplari, in I margini del libro. Indagine teorica e storica sui testi di dedica, Atti del Convegno Internazionale di Studi, Basilea 21–23 novembre 2002, a cura di M. A. Terzoli, Roma-Padova, Antenore, 2004 (discusso da G. Ricuperati, «La lettera dedicatoria e i suoi problemi nel tempo e nello spazio», in Rivista Storica Italiana, CXVII, 2005, II, pp. 552–568). Una conferma dell’importanza di questo ambito di ricerca viene dall’immediato interesse attestato dal moltiplicarsi di progetti analoghi, incontri e giornate di studi su tematiche affini, che si sono succeduti dopo il Convegno di Basilea e la pubblicazione degli Atti, a partire dalla fine del 2004. Basti qui ricordare I dintorni del testo. Approcci alle periferie del libro, Atti del Convegno Internazionale, Roma, 15–17 novembre 2004 – Bologna, 18–19 novembre 2004, a cura di M. Santoro e M. G. Tavoni, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 2005; la mostra Sulle tracce del paratesto, a cura di B. Antonino e degli stessi, Bologna, Bononia University Press, 2004, che utilizza largamente alcune schede disponibili in AIDI e recepisce molti risultati della ricerca basileese (cfr. in particolare M. Santoro, «Andar per dediche», ivi, pp. 19–29). Altre manifestazioni analoghe (registrate nella sezione Eventi, in www.margini.unibas.ch) si sono svolte negli ultimi anni in varie università italiane e europee, e altre sono in preparazione (per esempio a München, nel marzo 2010).

  3. Per la catalogazione delle dediche del Cinquecento italiano è stato di recente messo on line un Archivio dediche di Edit16 (http://edit16.iccu.sbn.it/web_iccu/imain.htm), che utilizza tipologie descrittive e modalità di classificazione parzialmente simili a quelle adottate in AIDI: si veda al riguardo C. Leoncini – R. M. Servello, «Della dedicatione de’ libri… Il progetto dediche di EDIT16», in DigItalia, dicembre 2007, 2, pp. 73–90 (http://digitalia.sbn.it/upload/documenti/digitalia20072_globale.pdf?l=it). Un precoce e importante studio sui testi liminari (poetici) nei libri di rime è il saggio di G. Gorni, «Il libro di poesia cinquecentesco: principio e fine», in Il libro di poesia dal copista al tipografo, Convegno di Ferrara 29–31 maggio 1987, a cura di M. Santagata e A. Quondam, Modena, Panini, 1989, pp. 35–41 (poi «Il libro di poesia nel Cinquecento», in G. Gorni, Metrica e analisi letteraria, Bologna, il Mulino, 1993, pp. 193–203). Sulle poesie iniziali dei canzonieri si veda anche F. Erspamer, «Il canzoniere rinascimentale come testo o macrotesto: il sonetto proemiale», in Schifanoia, 4, 1987, pp. 109–114; A. Kablitz, «Die Selbstbestimmung des petrarkistischen Diskurses im Proëmialsonett (Giovanni Della Casa – Gaspara Stampa) im Spiegel der neueren Diskussion um den Petrarkismus», Germanisch-Romanische Monatsschrift, N. F., 42, 1992, pp. 381–414; M. Boaglio, «Il proposito dell’imitazione. Liriche d’esordio e canzonieri petrarcheschi nel primo Cinquecento», in Teoria e storia dei generi letterari. Luoghi e forme della lirica, a cura di G. Barberi Squarotti, Torino, Tirrenia Stampatori, 1996, pp. 85–118.

  4. Per il ritratto dell’autore sul frontespizio si vedano per esempio le seste rime della signora / laura terraccina di napoli. / nuovamente stampate. / in lucca appresso vincenzo busdragho / mdlviii; frontespizio, dedica e trascrizione da un esemplare conservato nel Fondo Ferri della Biblioteca Civica di Padova (CF 824), sono riprodotti in Appendice alla tesi di licenza di L. Nocito, Ai margini della letteratura femminile. Dediche di poetesse del Cinquecento nel Fondo Ferri, diretta da chi scrive e discussa all’Università di Basilea nel 2008, vol. II, pp. 91–96, in partic. p. 91 (compresa anche in AIDI, www.margini.unibas.ch, scheda redatta da Nocito). Per il ritratto sulla pagina successiva alla dedica, si veda per esempio: DELLE RIME DI / m. pietro bembo / terza et ultima / impressione. / tratta dall’esem / plare corretto di sua / mano: tra le quali ce ne sono / molte non più stampate. / con privilegio. / in vinegia appresso gabriel / giolito de ferrari / mdxlviii (esemplare della Biblioteca Casanatense: CC. N. XII. 142.3).

  5. Per la descrizione tipologica e formale delle dediche qui e nel séguito utilizzo categorie e definizioni elaborate nell’ambito del progetto di ricerca I margini del libro…: si vedano in proposito il Glossario e l’Help di AIDI, in www.margini.unibas.ch.

  6. Le cose volgari di messer Francesco Petrarcha, Venezia, Aldo Manuzio, 1501 (consultabile anche nell’anastatica The 1501 Aldine edition ofLe cose volgari di Messer Francesco Petrarcha, revised and amended by Master P. Bembo, Venetian Noble, in the Ahmanson-Murphy Collection at U.C.L.A., With a foreword by J. Parzen and a note in the Aldine italic type and octavo format by L. Balsamo, London, Alecto Historical Editions, 1997).

  7. Il facsimile della dedica è riprodotto in P. Bembo, Prose e rime, a cura di C. Dionisotti, Torino, Utet, 1966 2 (ristampa 1992), tavv. tra le pp. 352 e 353. Trascrizione e riproduzione anche in AIDI (www.margini.unibas.ch; scheda redatta da chi scrive).

  8. Cfr. delle rime di. m. pietro bembo / terza impressione. // [in fine:] Stampate in Roma per Valerio Dorico et Luigi fratelli, Nel Mese d’Ottobre. M.D.XLVIII. ad instantia di M. Carlo Gualteruzzi, Con Privilegio di Papa Paolo Terzo, et del Senato Veneto; et di tutti glialtri Prencipi, Rep. Dominij, et Stati, nelle cui terre libri si stampano; che niuno possa queste Rime stampare, né stampate vendere ne’ loro luoghi sotto le pene che in essi Privilegi si contengono; se non coloro a’ quali dal predetto M. Carlo espressamente sarà ciò permesso, pp. 165–166 (esemplare della Biblioteca Casanatense: e. XVII. 18).

  9. RIME DI. M. PIETRO / BEMBO // [in fine:] Stampate in Vinegia per Maestro Giovan Antonio et Fratelli da Sabbio. Nell’anno M.D.XXX. Con le concessioni de tutti i Principi de l’Italia che altri stampar non le possa, né vendere (esemplare della Biblioteca Casanatense: CCC. M. VII. 54). All’interno, come testo XVII, compare anche una ballata, Come si converria, de’ vostri onori, che in origine (con incipit: Se con lodate rime i vostri honori) figurava come testo di apertura per una prima raccolta manoscritta di rime, allestita dal Bembo tra la fine del 1510 e l’inizio del 1511, e dedicata a Elisabetta Gonzaga duchessa di Urbino, «di pietro bembo a / madonna helisa / betta gonzaga / dvchessa di / vrbino», conservata in un codice della Biblioteca Marciana (ms. Marc. It. IX. 143): si veda al riguardo Bembo, Prose e rime…, p. 521 e note (XVIII); Poeti del Cinquecento, Tomo I, Poeti lirici, burleschi, satirici e didascalici, a cura di G. Gorni, M. Danzi e S. Longhi, Napoli, Ricciardi, 2001, p. 71 (XVII) e note. Su questa «forma Montefeltro» del canzoniere del Bembo, si veda G. Gorni, «Veronica e le altre: emblemi e cifre onomastiche nelle rime del Bembo», in Veronica Gambara e la poesia del suo tempo nell’Italia settentrionale (Brescia-Correggio, 1719 ottobre 1985), a cura di C. Bozzetti, P. Gibellini, E. Sandal, Firenze, Olschki, 1989, pp. 37–57; e C. Vela, «Il primo canzoniere del Bembo (ms. Marc. It. IX. 143)», in Studi di filologia italiana, XLVI, 1988, pp. 163–251, che ne fornisce anche l’edizione critica (pp. 209–248).

  10. Rime di M.Pietro Bembo(1530), pp. 42r–42v, la cit. è a p. 42r; la successiva a p. 42v; mio il corsivo, qui e nel séguito, salvo indicazione contraria. Per tutte le dediche citate trascrivo dall’edizione originale, conservandone le oscillazioni, le peculiarità grafiche e di interpunzione, con minime normalizzazioni di accenti, apostrofi e maiuscole, nonché della grafia v per u; sciolgo tra quadre le abbreviazioni. La dedica, inclusa poi nel II libro del III volume delle Lettere del Bembo (Venezia, Gualtiero Scotto, 1552, pp. 47–48), si legge in Poeti del Cinquecento…, Tomo I, pp. 210–211, dove anche è segnalato l’uso di questa metafora di «testo»; e si veda in proposito G. Gorni, «La metafora di testo», in Strumenti critici, 38 (febbraio 1979), pp. 18–32 (ora in Id., Metrica e analisi letteraria…, pp. 137–152).

  11. Rime di M.Pietro Bembo(1530), cc. 42r–42v; così la precedente.

  12. Secondo l’indicazione di Dionisotti, accolta anche da Gorni: cfr. Bembo, Prose e rime…, p. 571 (LXXVI); Poeti del Cinquecento… , p. 136 (LXXII).

  13. Rime di M.Pietro Bembo(1530) , c. 42v; la successiva cc. 42r–42v.

  14. Cfr. Rime di M. Pietro / Bembo // [in fine:] Stampate in Vinegia per Giovann’Antonio de Nicolini da Sabio. Nell’anno mdxxxv. Con le concessioni di tutti i Principi di Italia che altri stampar non le possa, né vendere (esemplare della Biblioteca Casanatense: C. XIII. 24).

  15. Delle Rime di M.Pietro Bembo(Roma 1548), p. 130.

  16. Al cardinale Alessandro Farnese dedicherà poi le sue Rime, stampate a Venezia nel 1551 (presso Michele Tramezzino), anche il modenese Gandolfo Porrino (cfr. Gorni, Nota introduttiva a Annibal Caro e altri poeti farnesiani, in Poeti del Cinquecento, pp. 529–541, in partic. p. 533).

  17. Delle Rime di M.Pietro Bembo(Venezia 1548), cc. 2r e v; questa cit. e la precedente sono a c. 2r; la successiva alle cc. 2r e 2v. L’esemplare da cui cito, conservato alla Biblioteca Casanatense (CC. N. XII. 142. 3) è simile, ma non identico, alla prima giolitina 1548 descritta dal Bongi (Annali di Gabriel Giolito de’ Ferrari da Trino di Monferrato stampatore in Venezia, Descritti ed illustrati da S. Bongi, Roma, 1890, vol. I, pp. 217–226, in part. p. 217): ha lo stesso numero di carte (72) e la stessa forma del cognome nell’intestazione («Gradonico» e non «Gradenigo»), ma nella data alla fine della dedica ha «Gennaro MDXLVIII» e non «Genaro MDXLVII» come quello da lui descritto.

  18. Si veda in proposito Bongi, Annali di Gabriel Giolito…, vol. I, pp. 219–223.

  19. Delle Rime di M.Pietro Bembo(Venezia 1548), c. 2v.

  20. Delle Rime di M.Pietro Bembo(Roma 1548), cc. 3r–4v, la cit. è a c. 4v; la successiva a c. 3r.

  21. «A la vostra liberalità Sign. mio, in assai minor fortuna, non è bastato d’honorare, et di premiare il Bembo, come eccellente scrittore, l’havete abbracciato, come carissimo amico: l’havete riverito come vostro maggiore: l’havete posto in grado equale al vostro, et donde, vivendo, poteva facilmente venir maggior di voi», ivi, cc. 3v–4r. E si veda anche questa indicazione di una raccolta manoscritta donata al Farnese: «A questa sua volontà mirando M. Torquato medesimo, come herede, et M. Girolamo Quirino, et M. Carlo Gualteruzzi, come essecutori, havrebbon desiderato, che tutti i suoi libri a voi solo si dedicassero, poiché quasi in tutti si ragiona, o di voi, o del santiss. vostro Avolo, o de’ gesti et del valore de gli altri maggiori de la nobilissima casa vostra. Ma poi che a la vostra modestia parve altrimente; sapendo essi, che queste sue rime, in vita sua, et molti anni avanti, che egli morisse, da lui medesimo vi furon donate, et in qualche parte ancho per voi furon fatte; è parso loro, che queste almeno, come già vostre, a voi spetialmente s’indirizzino: et che sotto il vostro nome si mettano in luce», ivi, cc. 4r–4v.

  22. Ivi, c. 3r; le successive rispettivamente cc. 3r–3v e c. 3v.

  23. Cito da F. Petrarca, Canzoniere, Testo critico e introduzione di G. Contini, Annotazioni di D. Ponchiroli, Torino, Einaudi, 1974 5, p. 243.

  24. Pro Archia, X, 24; cfr. F. Petrarca, Canzoniere, edizione commentata a cura di M. Santagata, Milano, Mondadori, 1996, p. 812.

  25. Lorenzo de’ Medici, Opere, a cura di A. Simioni, Bari, Laterza, 1939, I, pp. 1–8; la cit. è p. 4; la precedente a p. 3.

  26. Mi permetto di rinviare al mio saggio «Monti e l’iconografia celebrativa napoleonica: considerazioni sulla ‘Visione’ per Napoleone Re d’Italia», in Vincenzo Monti nella cultura italiana, vol. III, Monti nella Milano napoleonica e post-napoleonica, a cura di G. Barbarisi e W. Spaggiari, Milano, Cisalpino, 2006, pp. 187–217, in partic. pp. 195–196.

  27. Cito da le rime di / M. Giacobo Sannazaro / Nobile Napolitano con / la gionta, dal suo pro / prio originale ca / vata nuovamen / te, et con / somma diligenza cor / retta et ristampata. / mdxxxi. // [in fine:] Finisce le Rime di M. Giacobo Sannazaro Nobile Napolitano, nuovamente stampate per Nicolò d’Aristotile detto Zoppino. mdxxxi (esemplare della Biblioteca Casanatense: CCC. L. VIII. 42), c. 1v (così le successive da questa dedica). Il bel frontespizio illustrato con piccole scene (storia d’amore?) porta in alto a sinistra la sigla «G. B.»; titolo e autore sono scritti parte in nero, parte in rosso. La dedica è riprodotta in I. Sannazaro, Opere volgari, a cura di A. Mauro, Bari, Laterza, 1961, p. 135; un cenno a questa dedica in G. Gorni, «Le forme primarie del testo poetico. Il Canzoniere», in Letteratura italiana, diretta da A. Asor Rosa, vol. III, Le forme del testo. I. Teoria e poesia, Torino, Einaudi, 1984, pp. 504–518, in partic. pp. 516–517 e nota 22 (poi in Gorni, Metrica e analisi letteraria…, pp. 113–134, in partic. pp. 130–131).

  28. OPERE / toscane di luigi ala / manni al christia / nissimo rè fran / cesco primo. / mdxxxi // [in fine:] In Vineggia per Pietro di Nicolini da Sabbio, Ad instantia di M. Marchio Sessa. / Nel Anno del nostro Signior. / mdxxxiii (esemplare della Biblioteca Casanatense: CC. A. XI. 92. 1), cc. 1v–2v; la cit. è alle cc. 1v–2r; la precedente a c. 1v.

  29. Ivi, c. 2v.

  30. Sulle dediche nei manoscritti medievali si veda F. Brugnolo, «Testo e paratesto: la presentazione del testo fra Medioevo e Rinascimento», in Intorno al testo. Tipologie del corredo esegetico e soluzioni editoriali, Roma, Salerno Editrice, 2003, pp. 41–60; Id. – R. Benedetti, «La dedica tra Medioevo e primo Rinascimento: testo e immagine», in I margini del libro…, pp. 13–54.

  31. Cito da RIME / del commendatore / annibal caro. / Col Privilegio di N. S. PP. Pio V. Et dell’Illustriss. / Signoria di venetia. / in venetia, / Appresso aldo manutio. / m.d.lxxii (esemplare della Biblioteca Casanatense: R. XI. 68), cc. 2r–3r, la cit. è alle cc. 2r–2v; la precedente a c. 2r.

  32. Delle Rime di M.Pietro Bembo(Roma 1548), c. 3v.

  33. Cfr. rispettivamente Rime del Commendatore Annibal Caro , c. 3r; Delle Rime di M. Pietro Bembo (Roma 1548), c. 4v.

  34. Rime del CommendatoreAnnibal Caro, cc. 2v–3r.

  35. Delle Rime di M.Pietro Bembo(Roma 1548), c. 3r.

  36. Rime del CommendatoreAnnibal Caro, c. 3v.

  37. Ivi, c. 2v; la successiva in Delle Rime di M. Pietro Bembo (Roma 1548), c. 3v.

  38. Cfr. CENTO / sonetti. / di. m. alisandro / piccolomini. / in roma / Appresso Vincentio Valgrisi; / m.d.xlviiii, cc. 4r–16r; la precedente è alle cc. 2r–3v (cito dall’esemplare conservato alla Biblioteca Casanatense, con segnatura RARI. 552). Sui Cento sonetti e su questa ampia dedica con funzione prefatoria, si veda E. Refini, «Le “gioconde favole” e il “numeroso concento”», in Italique, X, 2007, pp. 17–57, in partic. pp. 20–28; e del medesimo, «Impegno accademico e meditazione personale. Il confronto con gli ‘autori’ nell’esperienza teorica e poetica di Alessandro Piccolomini», in Il poeta e il suo pubblico. Lettura e commento dei testi lirici nel Cinquecento, Convegno internazionale di studi, Université de Genève e Fondation Barbier Müller, 15–17 maggio 2008, a cura di R. Leporatti e M. Danzi, Genève, Droz (in corso di stampa).

  39. piccolomini,Cento sonetti…, c. 18r.

  40. Ivi, rispettivamente cc. 17r e 17v.

  41. Dedica e trascrizione son riprodotti in Appendice alla tesi di licenza di A. Wachs, «Allo illustre mio Signor». Dediche di novellieri tra Quattro e Cinquecento, diretta da chi scrive e discussa all’Università di Basilea nel 2008, vol. II, pp. 138–142, in partic. pp. 140 e 142.

  42. RIME DI MA- / DONNA GASPARA / STAMPA. / CON GRATIA ET / PRIVILEGIO. / In Venetia, per Plinio Pietrasanta. / M.D.LIIII (cito dall’esemplare della collezione Barbier-Mueller di Genève, compreso in AIDI, www.margini.unibas.ch, scheda redatta da Nocito; ivi, a cura della stessa, è schedato anche un altro esemplare, conservato nel Fondo Ferri di Padova, CF 21), i due sonetti di dedica sono alle pp. 117 e 118.

  43. all’illustrissimo/ et eccellentiss./ s. fabiano de monti./ cento sonetti./ di m. antonfrancesco/ rainerio./ gentilhvomo milanese./Con breuissima Espositione dei soggietti loro;/et con una Tavola in fine. [Milano, Gio. Antonio Borgia], MDLIII: si veda al riguardo G. Gorni, «Un’ecatombe di rime. I Cento sonetti di Antonfrancesco Rainerio», in Versants, 15, 1989, pp. 135–152. Alla fine della serie dei sonetti, come centesimo, figura un sonetto indirizzato a Giovanni Della Casa, che chiude la raccolta con un omaggio poetico al maggior lirico vivente (cfr. ivi, pp. 141–142).

  44. Cfr. Gorni, «Un’ecatombe di rime…», pp. 136–138; la dedica di Antonfrancesco è riprodotta alle pp. 145–146.

  45. Per esempio: Alfonso De Ulloa dedica la Vita di Carlo Quinto (1560) in traduzione italiana a Cristoforo Madruzzo il 1 marzo 1560, e il 1 giugno del 1565 dedica la stessa opera (1566) al re di Spagna Filippo II; Fabio Frezza dedica i Discorsi politici e militari (1617) al Principe Federico Ubaldo Della Rovere il 1 dicembre 1616; Saverio Bettinelli le Tragedie (1771) il 1 settembre 1771 all’Arciduchessa d’Austria Maria Beatrice Ricciarda d’Este; Alfio Ferrara dedica a W. Franklin la Memoria sopra le acque della Sicilia (1811) il 1 ottobre 1811; Foscolo dedica i Vestigi della storia del sonetto italiano (1816) a Quirina Mocenni Magiotti e, con altra dedica, a Susette Füssli il 1 gennaio 1816; Alessandro D’Ancona dedica ad Adolfo Mussafia l’edizione della trecentesca Leggenda d’Adamo ed Eva (1870) il 1 aprile 1870 (cfr. le schede relative in AIDI, www.margini.unibas.ch).

  46. IL PRIMO LIBRO / DELL’OPERE TOSCANE / di m. laura battiferra / Degli Ammannati, / Alla Illustrissima, ed Eccellentissima Signora, / la Signora Duchessa di Fiorenza, e di Siena. / con privilegio. / in firenze appresso i giunti / MDLX; cito dall’esemplare della collezione Barbier-Mueller, compreso in AIDI, www.margini.unibas.ch (scheda redatta da Nocito; ivi, a cura della stessa, è schedato anche un altro esemplare, conservato nel Fondo Ferri di Padova, CF 298).

  47. Ivi, cc. 2r–2v, la cit. è a c. 2r; i due sonetti sono a p. 9.

  48. Ivi, p. 122.

  49. rime / TOSCANE / della maddalena acciaioli,/Gentildonna Fiorentina./ IN LODE / della serenissima signora/ cristina di loreno/ gran duchessa di toscana/ Stampata in Firenze, Con licenzia de’ Superiori /Per Francesco Tosi. MDLX, cc. 2r–2v; cito dall’esemplare della collezione Barbier-Mueller, compreso in AIDI (www.margini.unibas.ch, scheda redatta da Nocito; un altro esemplare, conservato nel Fondo Ferri, CF 555, è pure schedato ivi, a cura della stessa).

  50. TREDICI CANTI / DEL FLORIDORO, / Di Mad. Moderata Fonte. / alli sereniss. gran dvca, et / gran dvchessa di thoscana. / con privilegio. / in venetia, m.d.lxxxi (esemplare del Fondo Ferri, CF 536, in AIDI, www.margini.unibas.ch, scheda redatta da Nocito).

  51. della/ DEDICATIONE / de’ libri,/ Con la Correttion dell’Abuso, in questa ma- / teria introdotto, / dialoghi/ del sig. giovanni fratta,/ nobile veronese./con privilegio./ In Venetia, Appresso Giorgio Angelieri, M.D.XC (riproposto a cura di M. Santoro, Uso e abuso delle dediche. A proposito del ‘Della dedicatione de’ libri’ di Giovanni Fratta, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 2006). Cfr. anche dello stesso, «Contro l’abuso delle dediche. Della dedicatione de’ libri di Giovanni Fratta», in Paratesto, I, 2005, pp. 99–120.

  52. il/ primo libro/ di/ LETTERE / dedicatorie/ Di Diuersi: / Con le proprìe lor Incrittioni, e Titoli de’ / Personaggi, a’ quali son’ indirizzate. / Al Molto Ill. Signor / hercole tasso/ dedicate./Con licenza de’ Superiori. / In Bergamo, Per Comin Ventura. / MDCI, cc. 5r–6r, in partic. c. 5v. Si vedano ora Ilprimo libro, a cura di M.Bianco, in Margini, 1, 2007 (www.margini.unibas.ch/web/rivista/numero_1/wunderkammer/articolo1/lettere_dedicatorie.html); Ilsecondo libro, a cura di A. L. Puliafito, ivi, 2, 2008 (www.margini.unibas.ch/web/rivista/numero_2/wunderkammer/articolo1/lettere_dedicatorie2.html). Ilterzo libro, a cura di M.Bianco, ivi, 3, 2009 (www.margini.unibas.ch/web/rivista/numero3/wunderkammer/articolo1/lettere_dedicatorie3.html). Nei numeri successivi sarà progressivamente riprodotta in facsimile digitale l’intera raccolta.

References

  • Rime toscane della Maddalena Acciaioli, Gentildonna Fiorentina, in lode della Serenissima Signora Cristina di Loreno Gran Duchessa di Toscana, Stampata in Firenze, Con licenzia de’ Superiori, Per Francesco Tosi, 1560.

  • AIDI: Archivio informatico della dedica italiana. www.margini.unibas.ch.

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Terzoli, M.A. I margini dell’opera nei libri di poesia: Strategie e convenzioni dedicatorie nel Petrarchismo italiano. Neohelicon 37, 155–180 (2010). https://doi.org/10.1007/s11059-010-0060-y

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