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Volume 31 - Anno 2019 - Numero 2

Evidence-Based Medicine and Clinical Practice: the first Italian attempt to define the appropriateness of rehabilitation admission criteria through the application of the Delphi method

OPEN ACCESS


doi:10.7416/ai.2019.2264

di F. Rodà, L. Bevilacqua, A. Merlo, L. Prestini, R. Brianti, F. Lombardi, F. Auxilia, S. Castaldi

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Background
One of the consequences of today’s global economic crisis is the need to control healthcare spending, in particular by improving the level of appropriateness. Thus, admission to rehabilitation has become an issue, especially as regards inappropriateness of resource allocation. The scientific literature suggests that more attention should be paid to the problem of clinical appropriateness in order to better identify the patients’ actual needs. For the first time in Italy, this study aims at defining the appropriateness of intensive rehabilitation admission criteria through use of the Delphi method involving a panel of national experts

Material and Methods
A three-round Delphi survey was conducted according to international guidelines. Electronic questionnaires were individually sent via e-mail to ensure the participants’ anonymity throughout the process. Questions were mostly based on rehabilitation literature

Result
During the Delphi process, a total of 79 items were submitted to a heterogenous panel of rehabilitation experts who were asked to express their level of agreement to the item contents on a five-point Likert scale. At the end of the survey, a list of 19 appropriate criteria for admission to intensive rehabilitation facilities and 21 reasons for inappropriateness was drawn up

Conclusions
This study represents the first attempt in Italy to define shared and objective appropriateness criteria for admission to intensive rehabilitation. Out of the total number of experts invited to participate (31), only 16 completed the entire survey. This poor participation rate unfortunately demonstrates the lack of awareness among Italian rehabilitation professionals, which is a further sign of both the scarcity of scientific evidence in this area and the need to reach consensus on admission criteria



Riassunto

Medicina basata sulle prove di efficacia e pratica clinica: il primo tentativo italiano di identificare criteri di appropriatezza per l’ammissione in riabilitazione utilizzando il metodo Delphi

Premessa
La crisi economica mondiale ha imposto un maggior controllo sui costi in ambito sanitario e in particolare, sul livello di appropriatezza con cui le prestazioni vengono erogate per poter rispondere più adeguatamente ai reali bisogni dei pazienti. Il ricovero in riabilitazione è estremamente a rischio di inappropriatezza. Lo studio svolto cerca di definire, per la prima volta in Italia, criteri condivisi di appropriatezza di ricovero in riabilitazione intensiva utilizzando il metodo Delphi e coinvolgendo esperti di livello nazionale

Materiali e metodi
In accordo con la letteratura internazionale si è svolto un Delphi su tre turni. Gli esperti selezionati sono stati contattati individualmente via posta elettronica, attraverso una piattaforma, per salvaguardare il loro anonimato. I quesiti riabilitativi a cui gli esperti hanno fornito risposta esprimendo il loro accordo su scala Likert a 5 punti (dall’assolutamente NON al Completamente d’accordo) o in risposta aperta sono stati formulati partendo da quanto pubblicato in letteratura

Risultati
Durante i tre turni gli esperti hanno valutato 79 quesiti. L’esito del Delphi ha permesso di ottenere una lista di 19 criteri che rendono appropriata l’ammissione in riabilitazione ed una lista di 21 ragioni di inappropriatezza

Conclusioni
Questo studio descrive il primo tentativo italiano di definire in maniera obiettiva e condivisa i criteri che appropriano l’ammissione in riabilitazione intensiva. Solo 16 esperti hanno concluso tutti e tre i turni del Delphi rispetto ai 31 selezionati e contattati. Questa ridotta partecipazione del personale che opera in riabilitazione potrebbe essere testimonianza di più aspetti (pianificazione temporale o familiarità con la metodologia), tra cui anche una scarsa consapevolezza del bisogno di criteri condivisi. Consapevolezza che a nostro avviso potrebbe essere associabile anche alle numericamente non fiorenti evidenze scientifiche in questo ambito, in cui oggi più che mai, c’è necessità di più alti livelli di consenso e condivisione, soprattutto sui criteri di ammissione utilizzati.


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