UN FRAMMENTO DELLE ENFANCES HECTOR DA UN CODICE PERDUTO
Colla biblioteca Barberiniana è venulo alla Vaticana un fascio di fogli membranacei, che il vecchio bibliotecario Piera-lisi aveva raccattato, certo in molta parte provvedendo alla sostituzione o al restauro di rilegature malconce. Fra questi fogli ve n'erano tre di contenuto francese, che dal solertissimo Möns. Giovanni Mercati, succeduto nel governo délia Vati¬ cana a Chi ora siede sul trono pontificio, furono commessi al mió esame.
Tutti e tre sono scritti a due colonne. Due si appaiano eci danno délia prosa ; e di essi uno porta indicazioni che subito si riconoscono per segnature (determinatamente di stampati) e che ne mettono pertanto fuor di dubbio l'ufficio di guardie : «5 ¡I I B. »; sotto, a una certa distanza, «79 » ; nel margine inferiore «1 B. 8 ». Una specificazione ulteriore è data da segni di distacco di una delle facciate da un' altra superficie, cioè indubbiamente dalla coperta di un libro.
Entrambi i fogli sono mutili in alto. Uno, integro quanto al resto, misura, con taglio superiore non ben regolare, da mm. 249 a 245 in altezza, e mm. 184 in larghezza ; ampio margine in basso. L'altro ha subito anche una recisione laterale obli¬ qua, con mutilazione della scrittura. Iniziali maiuscole rosse, con rabeschi azzurri. La mano è indubbiamente italiana, del secolo xiv.
II foglio più bistrattato antecedeva nel códice originario, come si vede apertamente quando si è riconosciuto di aver a fare con avanzi di un Tristano. Occorrono anzitutto otto versi, dei quali riferisco i due primi ;
Q uele me meine si a sa tor.
Q ue ge sui serf ele est seignor