DOVE C’E’ TORIO C’E’ VITA

Vivibile come la Terra, anzi di più

Uno studio statunitense suggerische che attorno ad alcune stelle simili al Sole ci siano pianeti persino più adatti della Terra alla comparsa della vita. Il loro segreto sarebbe la più alta presenza di torio e uranio nel mantello, che li manterrebbe caldi e coperti d'acqua più a lungo.

     04/12/2012

Che smacco, se fosse vero. Che la Terra non sia, con tutta probabilità, l’unico pianeta abitabile dell’Universo l’abbiamo mandato giù da tempo, un po’ per questioni statistiche un po’ perché in fondo ci speriamo pure. Ma ora salta fuori che non sarebbe nemmeno quello dove si vive meglio. Altri sistemi planetari potrebbero offrire condizioni anche più adatte alla vita: pianeti un po’ più caldi, un po’ più attivi geologicamente e meglio capaci di trattenere acqua liquida a sufficienza per ospitare forme di vita.

Sono giunti a questa conclusione un gruppo di ricercatori della Ohio State University, guidati da Wendy Panero, che hanno presentato i loro risultati alla riunione della American Geophysical Union in corso a San Francisco. Usando i dati raccolti dallo spettrometro High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher dello European Southern Observatory in Cile, hanno studiato otto “gemelli” del nostro Sole, stelle molto simili alla nostra per età, dimensioni e composizione chimica, e hanno studiato il loro contenuto di elementi radioattivi. In particolare torio e uranio, che sulla Terra hanno un ruolo importante nel riscaldare (grazie ai processi di decadimento) il mantello della Terra, e causare così il movimento delle placche tettoniche, che a loro volta fanno da supporto alle acque superficiali. Per questo, la presenza di tettonica a placche è considerata un indicatore della capacità di un pianeta di ospitare la vita.

Bene, delle otto stelle studiate, sette sembrano più ricche di torio del nostro Sole (anche 2,5 di più), e se è così dovrebbero esserlo anche eventuali pianeti che orbitassero attorno. Che allora avrebbero un nucleo interno più caldo della nostra Terra. In particolare, pianeti di tipo terrestre attorno a queste stelle sarebbero capaci di generare fino al 25 per cento in più di calore interno, il che consentirebbe alla tettonica a placche di perdurare più a lungo.

Tutto questo ha implicazioni dirette anche per eventuali forme di vita. In particolare, molte forme di vita microbica sulla Terra si affidano al calore proveniente dal di sotto della superficie per trarre energia, anziché sul calore proveniente dal Sole. Dalle nostre parti quel calore proviene per lo più dall’uranio. Ma il torio produce più energia e ha tempi di decadimento più lunghi. Pianeti molto ricchi di torio potrebbero quindi rimanere caldi più a lungo, regalando più tempo ai processi chimici che potrebbero portare alla comparsa di forme di vita.

La conseguenza più importante per chi studia gli esopianeti, ha spiegato uno degli autori Cayman Unterborn, è che questo modello regge si potrebbe ampliare la fascia considerata abitabile attorno a stelle simili al Sole. Un pianeta anche un po’ più lontano dalla sua stella potrebbe compensare gli effetti della distanza grazie al calore prodotto al suo interno. “Ma per ora, tutto ciò di cui siamo sicuri è che esiste una variabilità naturale nella percentuale di elementi radioattivi presenti in stelle simili al Sole” spiega. “Con soli nove campioni, non possiamo sapere quanta variabilità ci sia davvero nella nostra galassia.