UN MONDO SIMILE LÌ NON DOVREBBE ESSERCI

C’è un “pianeta proibito” nel deserto nettuniano

Il deserto nettuniano è una regione prossima alle stelle dove si ritiene che non si possano trovare pianeti con dimensioni pari a quelle di Nettuno. In questo caso, però, l'esopianeta Ngts-4b (simile a Nettuno, più grande della Terra e decisamente più caldo di Mercurio) si è fatto strada arrivando proprio lì dove non dovrebbe stare, conservando intatta la sua atmosfera gassosa

     29/05/2019

L’esopianeta NGTS-4b, soprannominato “il pianeta proibito”. Crediti: University of Warwick/Mark Garlick

Tre volte più grande e 20 volte più massiccio della Terra; un raggio inferiore del 20 per cento rispetto a Nettuno e una temperatura decisamente più alta di Mercurio, con i suoi 1000 gradi Celsius. Ecco a voi l’esopianeta nettuniano Ngts-4b, soprannominato “il pianeta proibito” perché trovato – da un gruppo di ricercatori guidati dell’Università di Warwick con i telescopi dell’Eso Next-Generation Transit Survey (Ngts) – in quello che dovrebbe essere un “deserto nettuniano”.

Questo oggetto è dotato di una rispettabilissima atmosfera gassosa e completa un’orbita attorno alla sua stella madre in soli 1,3 giorni (l’orbita terrestre attorno al Sole è di 365 giorni). Ed è proprio per questi due motivi che la scoperta ha dell’incredibile: un pianeta di tipo nettuniano non potrebbe trovarsi così vicino alla sua stella madre, e a distanze così brevi i pianeti perdono quasi del tutto l’atmosfera, che evapora lasciando solo il nucleo roccioso. Con l’espressione “deserto nettuniano” s’intende, infatti, proprio quella regione prossima alle stelle dove si ritiene che non si possano trovare pianeti con dimensioni pari a quelle di Nettuno.

L’ipotesi dei ricercatori è che Ngts-4b possa essersi fatto strada verso il deserto nettuniano della sua stella solo di recente, cioè nell’ultimo milione di anni. «Questo pianeta deve essere “tosto”, è proprio nella zona in cui ci aspettavamo che i pianeti delle dimensioni di Nettuno non potessero sopravvivere», dice il primo autore dello studio, Richard West, dell’Università di Warwick.

Il pianeta è stato avvistato con il metodo del transito: gli esperti osservano una stella e la sua luce in cerca di un calo della luminosità provocato dal passaggio di un pianeta. I sistemi a terra attualmente disponibili di solito possono individuare cali almeno dell’1%, ma i telescopi Ngts riescono a registrare cali di luminosità dello 0,2%.

Per saperne di più:

Correzione del 30.05.2019: abbiamo tolto un riferimento errato a Venere come esempio di pianeta che avrebbe perso parte dell’atmosfera.