SUBARU SFRUTTA L’EFFETTO LENTE GRAVITAZIONALE

Studenti alle prese con l’Antico Occhio

Giovani giapponesi non ancora laureati hanno scoperto l’Occhio di Horus, una galassia lente con la quale si possono osservare almeno due (se non di più) galassie sullo sfondo che formano due distinti anelli. La scoperta si inserisce in una vasta survey condotta con l'Hyper Suprime Webcam

     26/07/2016
 Eye of Horus in pseudo color. Enlarged image to the right (field of view of 23 arcseconds x 19 arcseconds) show two arcs/rings with different colors. The inner arc has a reddish hue, while the outer arc has a blue tint. These arcs are lensed images of the two background galaxies. There are blobs in and around the arcs/rings, which are also the lensed images of those background galaxies. The yellow-ish object at the center is a massive galaxy at z = 0.79 (distance 7 billion light years), which bends the light from the two background galaxies.

L’Occhio di Horus nello zoom mostra due anelli: quello interno più rossastro e quello esterno tendente al blu. Questi anelli rappresentano due galassie sullo sfondo visibili grazie all’effetto di lente gravitazionale. L’oggetto giallastro al centro è una galassia gigantesca a 7 miliardi di anni luce da noi che ci permette di osservare quelle sullo sfondo. Crediti: NAOJ

La lente gravitazionale è una delle poche soluzioni per osservare lì dove i telescopi terrestri e orbitanti non possono arrivare. Sfruttare questo fenomeno, previsto da Einstein nella sua Teoria generale della relatività, consente ai ricercatori di spingersi in luoghi remoti dell’Universo primordiale, altrimenti preclusi perché troppo distanti da noi. In pratica si sfrutta una galassia “vicina” (o comunque visibile con la tecnologia oggi a disposizione) per distorcere e modellare la luce permettendo a tutti noi di osservare altre galassie o ammassi di galassie sullo sfondo. Quello che vedete nell’immagine è chiamato anello di Einstein: si tratta, in questo caso, di due galassie molto distanti la cui luce circonda la galassia lente. Un anello di Einstein più particolare del solito, perché la lente galattica chiamata Occhio di Horus non è stata scoperta da navigati astronomi, bensì da studenti, mentre analizzavano dati provenienti dal Subaru Telescope e dalla sua Hyper Suprime Webcam. Insomma, una scoperta fortuita, fatta da ragazzi ancora non laureati.

Immaginate il loro stupore davanti alla scoperta di questa lente gravitazionale, che è di per sé un fenomeno rarissimo. Arsha Dezuka ha commentato: «Per la prima volta guardavo le immagini astronomiche scattate con l’Hyper Suprime Webcam e non avevo idea di cosa fosse una galassia ad anello. È stata una grande sorpresa scoprire che si tratta di un raro sistema, unico nel suo genere».

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Un diagramma che spiega il funzionamento dell’effetto di lente gravitazionale osservato dal Subaru Telescope attraverso. Il nome di Occhio di Horus deriva dala forma particolare di ciò che risulta dall’osservazione. CreditI: NAOJ

La lente gravitazionale è un effetto in cui la luce di una galassia distante è deviata dall’influenza gravitazionale di una galassia più vicina a chi osserva, che agisce appunto come una lente e fa apparire la galassia alle sue spalle più grande e più luminosa. È necessario però che la galassia più distante sia quasi perfettamente situata dietro la “galassia lente”. La configurazione stessa del sistema, i diversi punti brillanti, gli archi e un completo anello di Einstein sembrano un questo caso quasi dar vita alla forma di un occhio, ma non uno qualsiasi… quello di Horus (il sacro occhio del Dio egiziano)!

Attorno alla galassia lente (l’oggetto centrale giallastro a 7 miliardi di anni luce da noi) ci sono due anelli (o archi) ben distinti e con due colori diversi, e questo ci fa capire che sono ben due le galassie sullo sfondo,  quella interna più rossastra e quella esterna tendente al blu.

L’indagine con l’Hyper Suprime Webcam è completa solo al 30 percento e raccoglierà dati per molti anni ancora. Gli astronomi si aspettano di trovare altri 10 sistemi simili, il che fornirà importanti informazioni sulla fisica fondamentale delle galassie e su come l’Universo sia espanso negli ultimi miliardi di anni.

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