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Ilcorpus oraziano fra editoria e scuole umanistiche nei secoli XV e XVI

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Abstract

It is difficult to reconstruct the beginnings of the printing history of Horace as they appear to be marked by uncertain attributions, some bibliographical ghosts, and strange episodes of bibliomania, often justified by a desire to backdate an initial publication considered too late for a classical author like Horace, who came to print only in 1470, despite the appearance of one of the most ambiguous documents of Horatian Epicureanism (the famous OdeDiffugere nives …) as an appendix to the first edition of the chief work of Roman stoic ethics, Cicero'sDe officiis, which was printed by Fust and Schöffer in Mainz in 1465. this confirms, on the editorial level, the scant interest shown by early Humanism in Horace's work, which also conforms with its subordinate role in teaching at the time. But the revival of Horace as a lyric poet already initiated by Petrarch is evident not only in the brilliant enterprise of Aldo Manuzio (theEnchiridio), but also in the interest shown by European editors (above all Christophe Plantin) in the philological restoration of the Horatian text as well as in the reception of its first translations.

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Abbreviations

BMC:

British Museum, Department of Printed Books.Catalogue of Books printed in the XVth century now in the British Museum, London 1908–1985

HCR:

consensus Ludwig Friedrich Theodor Hain,Repertorium bibliographicum, in quo libri omnes … usque ad annum MD typis expressi ordine alphabetico vel simpliciter enumerantur vel adcuratius recensentur 1–4, Stuttgartiae et Lutetiae Parisiorum, 1826–1838; Walter Arthur Copinger,Supplement to Hain's Repertorium bibliographicum, or, Collections toward a new edition of that work, 2 vols. in 3, London 1895–1902 (rist. Leipzig 1926); Dietrich Reichling,Appendices ad Hainii-Copingeri Repertorium bibliographicum, additiones et emendationes 1–7, Monachii 1905–1911, rist. Milano 1944; Id.,Supplementum (maximam partem e bibliothecis Helvetiae collectum), Monasterii Guestphalorum, 1914

IAL:

Frederick Richmond Goff,Incunabula in American Libraries. A third census of fifteenth-century books recorded in North American collections, New York 1964, rist. New York, 1984.

ISTC:

Incunable Short-Title Catalogue (base dati in allestimento dal 1979 a cura della British Library di Londra)

IGI:

Indice generale degli incunabuli delle biblioteche d'Italia, T. Guarnaschelli, E. Valenziani, E. Cerulli, P. Veneziani (edd.), Roma, 1943–1981

IERS:

Indice delle edizioni romane a stampa (1467–1500), P. Casciano et al. (edd.), in appendice aScrittura, biblioteche e stampa a Roma nel Quattrocento. Aspetti e problemi, Città del Vaticano, 1980

References

  1. Se ne veda un interessante esempio in George D. Painter, “A Horatian Ghost”, in: Id.,Studies in fifteenth-century printing, London, 1984, pp. 65–69.

  2. Cf. Mariano Fava—Giovanni Bresciano,La stampa a Napoli nel XV secolo, Leipzig, 1911, Kraus Reprint 1969, 2 voll., I, p. XXIII, nota, e II, p. 78. Come è noto, gran parte della Biblioteca Spenceriana (compreso il fondo Cassano Serra), confluì nella John Rylands Library di Manchester.

  3. Cf. Hain 1142, 1144.

  4. Quintus Horatius Flaccus, [Opera], [Venezia, Stampatore del Basilius,De vita solitaria, c. 1471–1472]: BMC V 187, HCR 8866, IAL/ISTC H 439

  5. Sull'interesse degli umanisti per l'opera oraziana ancora utili sono i contributi di Gaetano Curcio,Orazio studiato in Italia dal sec. XIII al XVIII, Catania, 1913; Roberto Valentini,Come Orazio fu giudicato nell'Umanesimo, Pavia, Athenaeum, 1915. Ma significativi incrementi sono venuti da alcune relazioni svolte al Convegno oraziano di Licenza (aprile 1993), i cui Atti sono stati pubblicati dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1994, col titoloOrazio nelle letterature moderne. Sulla ricezione rinascimentale di Orazio cf. i recenti contributi consegnati al vol. miscellaneoHorace. L'oeuvre et les imitations. Un siècle d'interprétation. Neuf exposés suivis de discussion, Genève, Fondation Hardt, 1993, Walter Ludwig ed. Sulla ricezione critica dei classici fra Medioevo e Rinascimento cf. fra i titoli di una bibliografia ormai sterminata, i canonici studi di Leighton D. Reynolds e Nigel G. Wilson,Copisti e filologi. La tradizione dei classici dall'antichità ai tempi moderni, trad. di Mirella Ferrari, premessa di Giuseppe Billanovich, Padova, Antenore, 1987; di R. R. Bolgar,The classical Heritage and its Beneficiaries, Cambridge, 1954;Texts and Transmission. A Survey of the Latin Classics, a cura di Leighton D. Reynolds, Oxford, 1982; Giuseppe Billanovich,La tradizione del testo di Livio e le origini dell'Umanesimo …, Padova, 1981. Sulla presenza di Orazio nella scuola del Rinascimento cf. J. E. Sandys,A history of classical scholarship, II, Cambridge, 1908 (poi New York-London, 1967).

  6. Sui commenti universitari del Filetico, educatore dei figli di Alessandro Sforza, signore di Pesaro, cf. Giovanni Mercati, “Tre dettati universitari dell'umanista Martino Filetico sopra Persio, Giovenale ed Orazio”, in:Classical and Mediaeval studies in honor of Edward Kennard Rand, ed. Leslie Webber Jones, New York, 1938, pp. 221–230, ora in Id.,Opere minori, VI, Città del Vaticano, 1984, pp. 13–24; D. M. Robathan, “A Postscript on Martino Filetico”,Medievalia et Humanistica VIII, 1954, pp. 56–61. Sull'attività intellettuale del Filetico cf. Carlo Dionisotti, “‘Lavinia venit litora’. Polemica virgiliana di M. Filetico”,Italia Medievale e Umanistica 1, 1958, pp. 283–315: 303–304; F. Dell'Oro, “II ‘De poetis antiquis’ di Martino Filetico”,Orpheus 4, 1983, pp. 427–443; Martino Filetico,Iocundissimae Disputationes, intr., trad., testo crit. di Guido Arbizzoni, Modena, 1992; Id., F. Dell'Oro, “Note su Martino Filetico traduttore di Teocrito”,Studi Umanistici Piceni 13, 1993, pp. 25–31. Il commento del Filetico a Orazio, trascritto da Mariano Prenestino, è contenuto nel cod. Ottob. Lat. 1256 della Biblioteca Apostolica Vaticana, ff. 103v–149v; cf.Codices Horatiani in Bibliotheca Apostolica Vaticana, recensuit Marcus Buonocore, Città del Vaticano, 1992, p. 83. Sul Calcillo, nativo di Sessa Aurunca, pontaniano e amico del Panormita, noto soprattutto per l'attività di grammatico e di lessicografo (fu forse l'ispiratore delDe proprietate verborum di Iuniano Maio), cf. Roberto Ricciardi, “Angelo Poliziano, Giuniano Maio, Antonio Calcillo”,Rinascimento XII, 1968, pp. 277–309: 287–289. Cf. anche Antonio Altamura,L'Umanesimo nel Mezzogiorno d'Italia, Firenze, 1941, pp. 42–46; Curcio,Orazio studiato …, op. cit.in Italia dal sec. XIII al XVIII, Catania, 1913, p. 46. Il suo commento ad Orazio è contenuto nel cod. Vat. Lat. 2769 della Biblioteca Apostolica Vaticana, ff. 1–82 (cf.Codices Horatiani in Bibliotheca Apostolica Vaticana …, op. cit. recensuit Marcus Buonocore, Città del Vaticano, 1992, pp. 209–210). Impropriamente Vladimiro Zabughin,Giulio Pomponio Leto, I, Grottaferrata, 1909–1910, p. 245, e II, Grottaferrata, 1912, pp. 1–8 attribuì quel commento al Leto, forse per la presenza nello stesso cod. di un epitaffio del Leto per Odo da Montopoli.

  7. Sul ruolo svolto dal Marchese e dal Sabino nell'ambito dell'editoria romana del Quattrocento cf. Concetta Bianca, “Il soggiorno romano di Francesco Elio Marchese”, in:Letteratura fra centro e periferia. Studi in memoria di Pasquale Alberto De Lisio, a cura di Gioacchino Paparelli e Sebastiano Martelli, Napoli, 1987, pp. 221–248. Il Marchese, umanista napoletano e sodale del Pontano, fu autore di unLiber de nobilitate (cf. Pasquale Alberto De Lisio, “Peculiarità della trattatistica ‘De nobilitate’ a Napoli: il ‘liber’ di Francesco Elio Marchese”, in: Id.,Studi sull'Umanesimo meridionale, Napoli, 1974, pp. 97–141; Id., “Intellettuali e nobiltà. Verifiche sul ‘Libellus’ di Francesco Elio Marchese e sulla sua fortuna”, in: Pasquqle Alberto De Lisio—Sebastiano Martelli,Dal progetto al rifiuto. Indagini e verifiche sulla cultura del Rinascimento meridionale, Salerno, 1979, pp. 53–84). Soggiornò a Roma, legandosi al cardinale Oliviero Carafa e stringendo solida amicizia con Pomponio Leto (che lo stimolò nel lavoro editoriale) e con Teodoro Gaza. Insieme all'Orazio, egli curò l'edizione delDe vitis philosophorum di Diogene Laerzio nella traduzione di Ambrogio Traversari (cf. H 6196, IGI 3458, IERS 123). Il Sabino, amico del Perotti, svolse modesta attività di poeta, ma è noto soprattutto per i suoiParadoxa in Iuvenalem (cf. IERS 281) e per l'intensa attività editoriale durante la quale curò l'edizione di Terenzio, Lattanzio, Ammiano Marcellino (cf. rispettivamente IERS 87, 250, 280). Sui rapporti fra loStudium Urbis e la protostampa romana cf. Maria Grazia Blasio, “Lo ‘Studium Urbis’ e la produzione romana a stampa: i corsi di retorica, latino e greco”, in:Un pontificato ed una città: Sisto IV (1471–1484). Atti del Convegno (dicembre 1984), Città del Vaticano, 1986, pp. 481–501. Sul Toscani cf. R. Weiss, “Un umanista e curiale del Quattrocento: Giovanni Alvise Toscani”,Rivista di Storia della Chiesa in Italia XXIV, 1958, pp. 322–333; C. Bianca, “Il soggiorno romano …”, op. cit. pp. 229–234; Ead., “Un codice universitario romano: il Vat. Ross. 1028 e Mariano Cuccini”, in:Roma e lo Studium Urbis.Spazio urbano e cultura dal Quattro al Seicento. Atti del Convegno (Roma, giugno 1989), Roma, 1992, pp. 133–155: 142–144. Sulla tradizione degli antichi commenti a Orazio cf. Pseudacron,Scholia in Horatium vetustiora, recensuit O. Keller, Leipzig, 1902, 2 voll., rist. 1967.

  8. Cf.Pharetra doctorum et philosophorum …, Strassburg, 1472 circa;Epistolarum libri duo, Cadomi, per magistros Jacobum Durandas et Egidium Quijove, 6 VI 1480.

  9. Nicolaus Perottus,De generibus metrorum, Bononiae 1476.

  10. Horatii Epistolae—Horatii Carmina [I–IV]—Epodon liber—Carmen saeculare, Ferrariae, per Augustinum Carnerium, 1474. Edizione straordinariamente rara, un esemplare della quale fu acquisito alla Biblioteca Spenceriana e quindi passò successivamente alla John Rylands Library.

  11. Cf. Angeli DecembriiDe Politia literaria, Basileae 1562, p. 27 «Subinde omnia Horatii opera tenenda sunt. Non eandem habere videntur Camoenarum dulcedinem aetate nostra elegiis et heroicis tantum assueta, licet priscis forte temporibus et lyricorum genera summe delectarent». Cf. anche Albano Biondi, “Classici”, in:Libri manoscritti e a stampa da Pomposa all'Umanesimo. Catalogo della mostra per le celebrazioni del XV centenario della nascita di S. Benedetto, Venezia, 1982, pp. 36–37.

  12. Cf. Baptistae GuariniDe ordine docendi ac studendi, [Ferrara, Andrea Belfort, 1474], (ma la data dell'opera accreditata dalla tradizione ms. è 1459), ora in ediz. critica: Battista Guarino,De ordine docendi ac studendi, introd., testo critico, traduz. e note di Luigi Piacente, Bari, Adriatica, 1975: «Horatius praeter optimam poeticae artis cognitionem, sermonis proprietatem, mea sententia suppeditabit, nec quemquam facile invenies in rerum epithetis Vergilio magis adherentem; adde quod aliorum satyrorum intellectum multa nobis accomodat» (ed. crit. cit., pp. 70–71). Sull'ampia ricezione presso le scuole umanistiche del programma guariniano cf. Paul F. Grendler,Schooling in Renaissance Italy, Baltimore—London, 1989, trad. ital.La scuola nel Rinascimento italiano, a cura di Guido Annibaldi, Bari, 1991, pp. 221 sgg.. Sulla ricezione di Orazio in Ungheria cf. János Horváth,Janus Pannonius múfajai és mintái, inJanus Pannonius: tanulmánjok, Budapest, 1975, pp. 337–389; R. Gerézdì, “Janus Pannonius”, in:Italia ed Ungheria …, a cura di M. Horànyi—T. Klaniczay, Budapest, 1967, pp. 91–112; M. Birnbaum,Janus Pannonius Poet and Politician, Zagreb, 1981. Sulle coeve vicende della stampa in Ungheria cf. Gedeon Borsa, “Le livre et les débuts de la Réforme en Hongrie”, in:La Réforme et le livre. L'Europe de l'imprimé (1517–1570), a cura di Jean François Gilmont, Paris, Cerf, 1990, pp. 375–392. Sui rapporti fra la cultura veneta e quella magiara cf.Rapporti veneto-ungheresi all'epoca del Rinascimento. Atti del secondo convegno di studi italo-ungheresi (Budapest, giugno 1973), a cura di T. Klaniczay, Budapest, 1975.

  13. Cf. Roberto Cardini,La critica del Landino, Firenze, 1973, pp. 16–17. L'attività universitaria del Landino si chiude nel 1492–1493 proprio con un corso su Orazio. Fin dal 1443 il Landino aveva tuttavia preso a chiosare un ms. delleEpistolae, che in quell'anno gli era stato donato dal suo tutore Francesco d'Altobianco Alberti. Numerose appaiono le testimonianze dell'influsso oraziano nella poesia di Lorenzo de' Medici, soprattutto nelleSelve d'amore; ma anche nelComento e nelleSelve le concordanze con l'Orazio lirico sono frequenti.

  14. Christophori Landini florentini in Quinti Horatii Flacci libros omnes ad illustrissimum Guidonem Feltrium magni Federici ducis filium interpretationes …, Florentiae, impressum per Antonium Miscominum, [5 VIII]1482. E'laprinceps dell'Orazio col commento del Landino, sulla quale cf. oltre. Il proemio landiniano al commento è stato recentemente riproposto in Cristoforo

  15. Quinti Horatii Flacci Opera, comm. Acronis et Porphyrionis, Christophori Landini. Praemittitur tabula postillarum, Johannis Francisci Philomusi epistola, eiusdem carmen ad principem Iohannem Sfortiam, Venezia, Giorgio Arrivabene, 4 II 1490–1491; il commento del Mancinelli apparve per la prima volta a Venezia, stampato da Filippo Pinzi per. Bernardino Resina, 29 II 1492.

  16. Quinti Horatii Flacci opera cum quibusdam annotationibus imaginibusque pulcherrimis aptisque ad odarum conceptus et sententias, Strasbourg, Johan Reinhard Grüninger, Jacob Locher ed., 12 III 1498.

  17. Horatius, Venetiis, apud Aldum Romanum, [V], 1501. Nella lettera prefatoria di Aldo a Marino Sanudo il Giovane (1466–1536), patrizio veneto, senatore, ma soprattutto intellettuale dalla solida preparazione umanistica rivecuta da Giorgio Merula nella Scuola di S. Marco, nominato il mese prima camerlengo a Verona, si manifesta il nuovo progetto editoriale: «Cum celeberrimos quosque poetas brevissima forma excusos publicare statuerim, impressis nuper Vergilianis operibus mox Horatium Flaccum aggressi sumus, ut, sicut post Maronem cultu et doctrina facile secundus est, ita secundus exeat in manus hominum, factus cura nostra enchiridium. Eum igitur ad te dono mittimus, Marine Sannute, vir omnium humanissime, ut libris, quorum plenam tibi esse bibliothecam vidimus, et Flaccus brevissima hac forma excusus addatur, quo te sua parvitate ad se legendum, cum vel a muneribus publicis vel a Venetarum rerum componenda historia cessare potes, invitet». Sui rapporti fra Aldo e la cultura veneta del suo tempo cf., oltre ai classici studi di Ambroise Firmin-Didot,Alde Manuce et l'Hellénisme à Venice, Paris, 1875; Carlo Dionisotti, “Questioni aperte su Aldo Manuzio editore”, in:Atti del Congresso (V) internazionale di Bibliofili, Venezia 1967, Verona 1970, pp. 95–108, i recenti contributi di H. G. Letcher,New Aldine Studies. Documentary Essays on the Life and Works of Aldus Manutius, San Francisco, 1988; Martin Lowry,The World of Aldus Manutius. Business and Scholarship in Renaissance Venice, Oxford, 1979 (trad. ital.:Il mondo di Aldo Manuzio. Affari e cultura nella Venezia del Rinascimento, a cura di P. Pavanini, Roma, 1984). Cf. ancheAldo Manuzio editore. Dediche, prefazioni, note ai testi, introd. di Carlo Dionisotti. Testo latino con traduzione e note a c. di G. Orlandi, Milano, 1975, 2 voll. Sull'editoria greca di Aldo cf. Nicolas Barker,Aldus Manutius and the development of Greek script & type in the Fifteenth Century, New York, 1992 (see note 2). Ma si veda in particolare il recente, preziosoAldo Manuzio e l'ambiente veneziano 1494–1515. Catalogo della omonima mostra svoltasi a Venezia (luglio-settembre 1994), a cura di Susy Marcon e Marino Zorzi, Venezia, 1994.

  18. Quinti Horatii Flacci opera cum exactissima Antonii Mancinelli et familiari Jodoci Badii Ascensii explanatione, Parisiis, Johannes Petit, ed. Jodocus Badius Ascensius, venundantur in vico divi Iacobi a Dionysio Roce, 27 VIII 1503. Sul rapporto fra l'attività esegetica del Mancinelli e quella dell'Ascensio cf. Maria José Desmet-Goethals, “Die Verwendung der Kommentare von Badius-Mancinellus…”, in:Der Kommentar in der Renaissance, a cura di A. Buck e O. Herding, Bad Godesberg, 1975, pp. 73–88.

  19. Quinti Horatii Flacci opera cum scholiis Marci Antonii Mureti, Venetiis, apud Aldum Manutium, 1551. Il Muret (Muret 1526-Roma 1585) fu anche oratore. Insegnò a Bordeaux e a Parigi, prima di fuggire in Italia, dove lo costrinse una condanna a morte per sodomia e dove insegnò presso gli studi di Venezia, Padova e Roma. Sul Muret cf., oltre al vecchio saggio di C. Dejob,Marc-Antoine Muret, Paris, 1881, Joseph Ijsewijn, “M. Antonius Muretus epistolographus”, in:La correspondance d'Erasme et l'épistolographie humaniste, Bruxelles, 1985, pp. 184–191. Sulla polemica Muret-Lambin cf. J. E. Sandys,A history of classical scholarship, II, Cambridge, 1908 (poi New York-London, 1967), pp. 151, 191. Sulla presenza di Orazio nella ispirazione poetica del Du Bellay e di Ronsard cf. Jean-Pierre Arnaud, “De Joachim du Bellay à Pierre Daru: les traductions et adaptations françaises de l'odeExegi monumentum (III, 30) antérieures au XIX siècle”, in:Présence d'Horace, a cura di R. Chevalier,Publications de l'Université de Tours, Tours, 1988 [ma 1989], pp. 1–23: 2–4.

  20. Quintus Horatius Flaccus ex fide atque auctoritate decem librorum manuscriptorum opera Dionysii Lambini Monstroliensis emendatus ab eodemque commentariis copiosissimis illustratus nunc primum in lucem editus, Lugduni, apud Ioannem Tornaesium, 1561. Denis Lambin (Montreuil sur mer c. 1520, Parigi 1572) formò la sua cultura filologica nel Collegio del cardinale Lemoine, istituzione scolastica di prim'ordine nella Francia rinascimentale. Fra il 1549 e il 1553 e dal 1555 al 1560 fu in Italia al seguito del cardinale di Tournon e nel 1561, sull'onda dei consensi ricevuti per l'edizione di Orazio da lui curata, fu nominato professore al Collegio Reale di Francia. Commentò numerosi classici, fra i quali Lucrezio (1563), Cicerone (1565–1566, in 4 voll.), 12 commedie di Plauto (1572). Mirò a recuperare l'Aristotele dellaPolitica e dell'Etica a Nicomaco, delle quali propose una riedizione commentata. Sul Lambin cf. L.C. Stevens, “Dénis Lambin, humanist, courtier, philologist and ‘lecteur royal”,Studies in the Renaissance 9, 1962, pp. 234–241;Prosateurs latins en France au XVI siècle, a cura di A. Michel, Paris, 1987.

  21. Cf. rispettivamente:Quinctus Horatius Flaccus Theodori Pulmanni studio curaque emendatus. Aldi Manutii de metris horatianis, Antuerpiae, ex officina Christophori Plantini, 9 II 1564;Quintus Horatius Flaccus cum erudito Laevini Torrentii commentario nunc primum in lucem edito. Item Petri Nannii Alcmariani in Artem Poeticam, Antuerpiae, ex officina Plantiniana, apud Ioannem Moretum, 1608. L'Editio princeps dell'importante commento oraziano di Levin van der Becken apparve postuma, anche se il commento era annunciato come approntato già nel 1579 dall'autore, il quale tuttavia aveva espressamente dichiarato di volerlo prima confrontare col commento del Cruquius, uscito appunto in quell'anno dall'officina plantiniana;Quinti Horatii Flacci Poemata omnia quibus respondet index Thomae Treteri nuper excusus, Antuerpiae, ex officina Christophori Plantini, 1576;Ars Poetica Horatii Flacci et in eam paraphrasis et parekbolai;sive commentariolum Ioannis Sambuci Tirnaviensis Pannonii, Antuerpiae, ex officina Christophori Plantini, 1564. Sulle edizioni oraziane curate da Plantin cf. Maurice Sabbe, “Essai de bibliographie des éditions d'Horace publiées par Christophe Plantin et ses successeurs”, in:Etudes Horatiennes. Recueil publié en l'honneur du Bimillénaire d'Horace, Travaux de la Faculté de philosophie e lettres de l'Université de Bruxelles t. VIII, Bruxelles, 1937, pp. 201–219. Sui rapporti e sull'influenza esercitata da Plantin sull'Umanesimo nei Paesi Bassi cf. Marie Delcourt, “L'Humanisme aux Pays-Bas au temps de Plantin,” inGedenkboek der Plantin-Dagen (1555–1955), Antwerpen, 1956, pp. 70–80; cf. anche A. Roersch,L'Humanisme belge à l'époque de la Renaissance. Etudes et portraits, Bruxelles, 1910–1933, 2 voll. Sulla produzione editoriale del Plantin cf. soprattutto Leon Voet,The Golden Compasses. A History and Evaluation of the printing and publishing activities of the Officina Plantiniana at Antwerp in two volumes: I:Christophe Plantin and the Moretuses, their lives and their world. II:The management of a printing and publishing house in Renaissance and Baroque, Amsterdam, London, New York, 1969–1972, 2 voll.;Ex Officina Plantiniana: studia in memoriam Christophori Plantini (ca. 1520–1589), a cura di Marcus De Schepper e Francine De Nave, Antwerpen, 1989; Barbara Górska,Krzystof Plantin i Officina Plantiniana, Wroklaw, 1989; Claude Sorgeloos,1589–1989: labore et constantia, a collection of 510 editions issued by Christopher Plantin from 1555 till 1589, Brussel, 1990. Sulla corrispondanza cf. J. Denucé,Correspondance de Christophe Plantin, Nendeln, 1968

  22. Quintus Horatius Flaccus ex recensione et cum notis atque emendationibus Richardi Bentleii, Cantabrigiae, 1711.

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Iurilli, A. Ilcorpus oraziano fra editoria e scuole umanistiche nei secoli XV e XVI. International Journal of the Classical Tradition 3, 147–158 (1996). https://doi.org/10.1007/BF02677912

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